Terremoto in Iran

DUE CINOFILI DELLA SEZIONE DI VERONA IN IRAN 
Il 26 dicembre 2003, alle ore 17, il Responsabile del Nucleo Cinofilo da Soccorso ha ricevuto una chiamata di preallarme, dal Coordinatore Nazionale dei cinofili A.N.A., dott. Giovanni Martinelli, per due unità cinofile operative su macerie, da inviare in Iran. Un quarto d’ora dopo, veniva data la conferma di partenza immediata: entro le ore 21 i due cinofili dovevano trovarsi all’interno dell’aeroporto militare di Pisa con cani, gabbie e autonomia di viveri e logistica per almeno 48 ore. Fiorenzo Fasoli con Arno , golden retriever, e Mauro Poggiani con Iron , pastore tedesco, preparati due zaini con acqua e viveri per tre giorni, tenda ed attrezzatura per operare (caschetti, guanti, mascherine), sono arrivati puntuali a Pisa, dove sono stati imbarcati sul primo aereo militare, un C130, assieme ai Vigili del Fuoco di Pisa con un loro fuoristrada. Hanno fatto scalo a Roma, per imbarcare altri tre cinofili romani, un medico, personale sanitario ed i responsabili del Dipartimento di Protezione Civile. Dopo 10 ore di volo sono atterrati all’aeroporto di Bam , nel quale regnava un gran caos, un via va continuo di feriti che venivano caricati su elicotteri e aerei, per essere trasportati in ospedali di altre città. Tutto intorno solo sabbia e polvere, che con il movimento delle pale degli elicotteri si sollevavano e facevano scomparire tutto.

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A pochi km di distanza dall’aeroporto veniva piantata la prima base, all’interno del parco di un albergo, che grazie alla recente costruzione aveva subito pochi danni alle strutture ed aveva ancora delle stanze agibili, anche se con molte crepe sui muri. Il Coordinatore era il responsabile del Dipartimento dott. Miozzo, che subito si era recato a Bam, per organizzare il lavoro delle squadre italiane. Dopo alcune ore era arrivato anche il secondo aereo militare, con i rimanenti Vigili del Fuoco, un altro loro mezzo ed altri volontari. La zona di intervento assegnata all’Italia era Baravat , alla periferia di Bam, dove poi erano state installate due tende, una per la base operativa ed una per il posto medico di primo soccorso. Nella zona c’era la disperazione della poca gente rimasta, sulla strada principale ognuno si era accampato con quel poco che gli era rimasto, tutt’intorno si vedevano solo macerie, che non raggiungevano l’altezza di mezza palma. Il loro gruppo di intervento era formato dai due cinofili veronesi, tre Vigili del Fuoco e una guida del posto, che oltre a conoscere e parlare con gli altri abitanti, traduceva in inglese. Trenta, quaranta militari iraniani seguivano sempre il gruppo, avevano delle piccole pale in dotazione, con le quali scavavano. Altri mezzi non esistevano. Quando i cani segnalavano, venivano determinati i punti dove iniziare a scavare. La tipologia del materiale da costruzione, terra ed argilla impastate a paglia, si sgretolava, rendendo praticamente impossibile la sopravvivenza sotto questi cumuli di polvere. Si continuava comunque a lavorare e scavare, con la speranza di poter salvare qualcuno, ma le conferme di ritrovamenti, sia riferite, sia vissute in prima persona dai cinofili, essendo stati presenti al momento del recupero, erano solo di cadaveri. Il lunedì sera, 29 dicembre, le Autorità Iraniane hanno diramato la comunicazione di sospendere le ricerche. Così martedì mattina i cinofili hanno aiutato gli altri volontari nell’allestimento dell’ospedale da campo e delle tende arrivate dall’Italia ed alle 14 (ore 11,30 in Italia) sono stati imbarcati per il rientro. Di nuovo lo scalo a Roma e alle 24 sono arrivati a Pisa, dopo oltre 11 ore di volo. Con il loro mezzo privato sono rientrati a Verona verso le 3,30 della mattina del 31 dicembre. I due cinofili della Sezione A.N.A. di Verona hanno ricevuto apprezzamenti per il loro operato e per la professionalità dimostrata durante le ricerche. Rimane purtroppo il rammarico di non aver potuto vivere momenti di gioia, ritrovando qualche persona viva, anche se molti bambini, avvicinandosi ed accarezzando i cani, nei momenti di pausa, avevano la forza di sorridere, dimenticando per un attimo la sofferenza che li circondava

Video prima parte

Video seconda parte

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